Novelli paladini della Costituzione

Ve lo sareste mai aspettato di vedere la Lega paladina della Costituzione?

Qualche giorno fa, per giustificare lo spreco di centinaia di milioni di euro per far fallire il referendum, Calderoli si è messo a difendere la Costituzione, dicendo che sarebbe incostituzionale accorpare i referendum con le elezioni europee. Come mai tutto questo zelo nella difesa della nostra Carta fondamentale che i leghisti avrebbero usato volentieri come carta igienica? Il motivo sottinteso è che vogliono far fallire il referendum, naturalmente, e per far questo si appigliano a presunti elementi di incostituzionalità. Perché, cosa sostengono questi paladini della Costituzione dell’ultima ora?

Che non è mai accaduto che un referendum si accorpasse ad una consultazione politica o amministrativa, in quanto se l’elettore volesse votare per le europee e si rifiutasse di votare per il referendum (come è suo diritto) si perderebbe la segretezza del voto.
Sembra che la Lega pensi di trovarsi sempre di fronte ai frequentatori delle osterie padane un po’ scarsi di comprendonio, e tratti tutti gli italiani come tali.

– Di fronte a chi, ci sarebbe la perdita della segretezza? Al presidente del seggio e agli scrutatori? Ma questi in ogni caso verrebbero a conoscenza del mancato voto anche se l’elettore non entrasse nel seggio, essendo in possesso degli elenchi dei cittadini, con il diritto di voto, nei quali viene smarcato chi ha votato. Quindi, volendo, potrebbero venirlo a sapere lo stesso.

– La scheda elettorale attualmente è unica per molte votazioni, e viene timbrata ad ogni consultazione, quindi al momento della timbratura da parte del presidente del seggio, quest’ultimo può sapere quante volte e quando l’elettore ha votato.

– Come sarebbe visibile il rifiuto di un referendum, al momento del voto accorpato con una consultazione politica, lo stesso avverrebbe con due o più referendum, visto che l’elettore potrebbe scegliere di non votare per uno o più referendum.

– Sarebbe necessaria una legge per accorpare le consultazioni? Non vedo quale sia l’ostacolo, visti i precedenti, quando si è trattato di leggi un po’ "particolari", approvate molto, ma molto celermente.

– Ciliegina sulla torta. Chi pensate che chiedesse a Ciampi nel 2001 di bloccare l’abbinamento dei due referendum, e [che uno di questi] si svolg[esse] regolarmente il 13 maggio negli stessi seggi usati per le elezioni politiche e amministrative? E dicesse, ancora: “Se il governo decidesse di far svolgere il referendum in altre sedi sarebbe una sciocchezza, un’ inutile ripicca e una beffa che costerebbe, tra l’ altro, un sacco di soldi”? Ebbene sì, era proprio la Lega, con l’attuale ministro dell’interno, prima che Lega diventasse paladina della Costituzione.

Conclusione: forse se spiegassero le conseguenze sul premio di maggioranza di una eventuale vittoria dei referendum, sembrerebbero più coerenti e avrebbero motivi validi per convincere gli italiani sulla validità delle obiezioni. Ma siccome, probailmente, reputano gli italiani degli avvinazzati non ci provano nemmeno, propinandoci, in cambio, leggi elettorali indecenti come questa in vigore.

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Lega ladrona?

Si discute in questi giorni sull’accorpamento dei referendum alle elezioni amministrative per così poter riparmiare centinaia di milioni di euro spesi per un giorno ulteriore di votazione. La Lega, sempre attenta agli sprechi di Roma ladrona, e che sta premendo per l’approvazione del federalismo fiscale, così che le regioni possano risparmiare di più e utilizzare le risorse per servizi ai cittadini, non ne vuole sapere. Perché? Perché non vuole che venga modificata la legge elettorale cosiddetta “porcellum” ideata da Calderoli. Tutto il governo parla di risparmi e tagli, vista anche la situazione critica attuale e, a quanto pare, si può permettere di gettare alle ortiche più di 400 milioni di euro. Il ministro dell’interno, nel giustificare la non volontà di accorpare il referendum, dice così, sempolicmente: “non si tratta di 400 milioni, si tratta di soli 200 milioni di euro”. A quanto pare in tasca sua duecento milioni sono bruscolini, chissà se la pensano così le migliaia di operai che dovranno andare inc assa d’integrazione? Oltre al fatto, che si tratterebbe di 200 milioni per le spese amministrative, ma poi ci si aggiungerebbero i costi per tutti gli elettori.

Un’altra giustificazione che tira in ballo il ministro è che così si agevolerebbero i promotori del referendum, che così raggiungerebbe il quorum e vedrebbe valido il referendum.

Alcune osservazioni:

1) La scheda per il referendum si può legittimamente rifiutare al momento del voto: uno vota per le amministrative e si rifiuta di ritirare la scheda del referendum, venendo così calcolato come non votante. Forse un’opzione del genere è troppo complicata per le menti semplici dei frequentatori delle osterie padane?

2) Raggiungere il quorum non significherebbe vincere il referendum, ma soltanto fare la conta di quanti sono a favore e quanti contro e quindi se la Lega pensa di avere tutte le ragioni perché ha paura che il popolo dica la sua in modo così democratico? Contano solo i pareri dei frequentatori delle osterie, quando si riempie la bocca di democrazia?

3) Ma AN dov’è? Non faceva parte di quelli che hanno contribuito a raccogliere le firme? Possibile che si possa cambiare idea così repentinamente? Forse sì, visto anche con quale velocità hanno cambiato idea sul partito unico, dall’annuncio del predellino alle elezioni anticipate. Oppure sono le prove generali del p…ensiero unico, in vista del partito unico.

I principi, effettivamente, in corso d’opera cessano di essere principi…

E così continueremo ad avere dei parlamentari nominati dall’alto senza la possibilità di scegliere o di bocciare chi non ci è piaciuto.

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